VELOCEMENTE
Avrò moltissimo da fare per i prossimi 10 gg, quindi, in via straordinaria, mando oggi la newsletter che, lo dico a beneficio dei neo - lettori, in genere mando il venerdì alle 19.
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SIMME ‘E NAPULE PAISA’
Riassunto delle puntate precedenti (qui e qui): anni fa, a Roma, in metro, incontro una sfogliatella frolla di circa 75 anni. Decido di raccogliere la sfida e di andare a trovarla a Napoli: appena arrivo in loco mi colpisce una scossa tellurica.
Terza puntata
Ecco che, da terra, esattamente dove mi era stato detto, tre secondi prima, “evitate, evitate” (cioè “scansati scansati! “), resuscita, introdotto da un sommovimento sismico, un piano in ferro che, lentamente, diventa un ascensore a tutti gli effetti. O forse un portacarichi. Insomma, una specie di Transformer partenopeo.
Ancora oggi non ho capito che cazzo di mezzo semovente fosse quello, ma a un certo punto, seguendo la sua salita verso i piani alti, capisco che, nel condominio, non esistono porte di ingresso perché…perchè… si entra dalle finestre, ognuna in corrispondenza delle varie fermate di questa specie di ascensore! Finestre alte e larghe, che si aprono verso l’interno per far transitare i passeggeri. Ai lati, finestre normalissime, pur protette da inferriate.
“Ma tu guarda che ficata che vi siete inventati!! Ecco dove cazzo stavano gli ingressi!”. Praticamente i proprietari entravano, a casa propria, dalle finestre! Come fossero ladri! Ladri di casa propria.
Al mio stupore corrisponde la più totale indifferenza della Signora-supplí e di suo marito, che, con tono di superiorità, mi fa “Sta scendendo Irene!”.
Finalmente la mia lunga ricerca dell'anziana signora, creatrice delle sfogliatelle frolle più buone di Napoli (a suo dire), sta per finire. Ho già in mente tutto il discorsetto da farle e mi pregusto il caffè a casa sua (possibilmente con sfogliatella frolla, anche del giorno prima, se necessario).
Insieme a me, tutte le 75 persone affacciate alle ‘finestre - galera’ seguono la discesa dell'ascensore, come se si trattasse di aprire, con lo sguardo, l'ingresso in scena di Irene.
C'è un problema però: arrivato alla mia altezza l'ascensore risulta vuoto. Ci rimango malissimo e in me si insinua il sospetto che tutti mi stiano prendendo per il culo. Una specie di perculata corale, in pieno stile Eduardo. Ai miei danni.
La Signora - supplí mi fa “Aeeeeeh. Irene pensava che io dovessi caricare la sua spesa, ecco perché non è scesa. Non ha capito bene!”.
Comincio a smadonnare contro di me. “Sei un vero salame. Tu e la tua mania di mantenere le promesse a ogni costo, anche con gli sconosciuti. Ma non te ne potevi andare a vedere Caravaggio, invece di metterti a cercare una signora che manco conosci e che c'ha pure 75 anni??!!! Invece di intossicarti con la sigaretta di questi due fenomeni, non potevi mettere le tende da Attanasio e sfondarti di sfogliatelle frolle fino al tramonto??!!”.
“Ireneeeeeeeeeeeee!!” urla di nuovo il signore con la testa all'insù, facendo uscire il fumo di sigaretta dal naso, come un vecchio drago.
“Ireneeeeeeeeeeee!!”.
“Cà vulíte, Giuvà????”, risponde Irene dall'ultimo piano, senza nemmeno affacciarsi.
“La SPE SA ancora N O N l'abbiamo fatta. Dovete scendere V O I!! C'è un SI GNO RE per V O I!!! Avete capitooooo ora??!!!“
L'ascensore - Transformer scatta violentemente e sale fino a sopra. 75 persone lo seguono con lo sguardo, aspettano fissi lassù, sentono la lunga finestra aprirsi verso l'interno e due piedi pesanti atterrare sulla piattaforma in ferro. Parte la discesa verso di me, anche se lei ancora non lo sa.
Appena l'ascensore tange il mio sguardo, la riconosco subito: si, è lei! È lei cazzo, ce lho fatta!! Siiiiiiiiii!
È sempre molto bella, anche se l'ascensore ne svela solo la parte superiore (i vetri scuri dell"ascensore partono dalla base e arrivano a metà esatta della porta). Alta, occhi azzurri, capelli bianchi, una camicia merlettata molto elegante.
Sono fottutamente emozionato e fremo dalla voglia di dimostrarle che io sono lo sconosciuto che, anni fa, lei ha sfidato in metropolitana e che ora è proprio davanti a lei, in carne e ossa. “Mai sfidarmi! Mai! Tira fuori la sfogliatella!!”
Irene apre la porta dell'ascensore e… e… e… mi si ghiaccia il sangue. Rimango a bocca aperta. Ma mi viene anche da ridere di sottecchi.
Si, perché…perché…
to be continued.
PS: perchè gli ascensori sono stati chiamati così e non ‘discensori’ o ‘bi’scensori?
LA MIA SOLITA MACEDONIA
A) La bellezza salverà il mondo. E anche le falene: se non vedi questi 5 minuti sei un pirla.
A proposito di video: se avete una figlia/o piccola/o in fase di sclero ingovernabile, vi consiglio vivamente di 1) farle vedere questo breve video; 2) rifornirlo/a del materiale necessario. Garantisco la pace per almeno 1 h.
B) Non so se vi è sfuggita la notizia. Peraltro potrebbe sembrare qualcosa di irrilevante o più semplicemente di schifoso. In realtà questa ‘notizia minore’ è lo specchio del nostro sistema. Amazon è stata accusata di costringere i propri collaboratori a ritmi assurdi, che, tra le altre cose, non consentono alle persone nemmeno di fare la pipì in modo decente.
La creatura di J. Bezos ha immediatamente smentito. E, come succede spesso, a sua volta è stata subito contro-smentita, con tanto di esteso elenco di ‘violazoni gravi’ perpetrate in via ordinaria: la pipì è nell’elenco e certamente non è il caso peggiore. Vi consiglio vivamente di leggere l’elenco, anche se bisognerebbe arricchire la questione con molto più contesto.
Per completezza devo dire che io partecipo attivamente a questa vergogna: no, non nel senso che mi faccio la pipì addosso bensì che compro molto su quel negozio online.
C) Avete spesso letto, in questa mia newsletter, del trend delle ‘carni - non carni’ che sta aggredendo il mercato alimentare. Beh, adesso c’è anche il ‘pesce - non pesce’ o, meglio, il ‘crostaceo - non crostaceo’: la Nestlè ha inventato questi finti famberetti, fatti, in realtà, di alghe. L’azienda afferma che il prodotto vanta una 'consistenza autentica'. A me i gamberetti sono sempre stati sui cojoni, aa causa della loro scomodità: forse è la volta buona che cambio idea.
D) Moltissimi anni fa feci un corso (WWF o roba così) in cui vennero a parlare i vigili del fuoco. Uno di loro fece una lezione sugli incendi sotterranei (si, esistono). Io colsi l’occasione per fare qualche riflessione sul tema più generale del ‘sotto’, tema che ancora oggi mi affascina. Ad esempio, vi siete mai chiesti quanti cavi marini passano sotto il mare? Io sì. E ho anche trovato la risposta: ne vale la pena.
E) Tra di voi c’è anche chi si occupa, per lavoro, del binomio ‘clienti ricchi e arte’. Sentite questa, anche se non siete ricchi.
Hauser & Wirth è una famosissima galleria d’arte svizzera. Visto che ora i ricconi hanno esigenze sempre più raffinate (es: viaggi privati in missili spaziali), hanno pensato di affittare un’isolotto spagnolo (Isla del Rey) e di farci una specie di museo d’arte contemporanea (con opere in vendita) misto a una vacanza esclusiva ed extra lusso (porto privato, chef 5 stelle, massaggi ai calli etc).
Quando ho letto il claim del progetto “Non vendiamo arte. Vendiamo esperienze!” e ho visto queste opere d’arte esposte sull’isolotto…
…avrei voluto alzare il telefono e MANDARLI TUTTI AFFANCULO. Poi ho notato che questa specie di blob nero qui sopra è di Joan Mirò e allora ho iniziato a riconsiderare il tutto. E l’invidia mi ha corroso l’anima.
Per placarla me ne sono andato al mio museo preferito (Palazzo Massimo, Roma), in cui, come al solito, non c’è quasi nessuno (specie italiani) e in cui, come al solito, intrattengo i turisti stranieri, ignari e colti di sorpresa dai miei interventi, circa l’orticaria che mi viene a ricordare i milioni di traduzioni dal latino all’italiano al liceo classico e, allo stesso tempo, il piacere orgasmico che provo a vedere questi capolavori.
Il museo a Palazzo Romano ...? indirizzo?
Adoro leggere le parolacce! ❤
Io faccio da sempre la mia personale e inutile battaglia contro Amazon non comprando niente da loro, è molto facile, ve lo assicuro