Mi considero una persona abbastanza mediocre per molti aspetti, ma certe volte mi amo. Ecco uno di questi casi.
Dichiarazione ufficiale: sono un impiccione. Mi incuriosisce tutto, incluse le conversazioni altrui. Chi mi conosce sa che, se una conversazione è fatta a voce pochino alta, io mi sento autorizzato a intrufolarmi e a intervenire (se l’argomento merita).
Circa 5 anni fa ero in metropolitana, piena zeppa come al solito.
A un tratto entrano una signora e una ragazza: quest'ultima si scusa con la prima per averla involontariamente spinta verso di me. Io faccio finta di niente.
La Signora ha circa 75 anni, occhi celesti. È molto bella. Distinta. Parla con parole esatte. Dice a voce abbastanza alta “Ehhh, non si preoccupi, a Napoli è molto peggio”, come se ci tenesse a primeggiare in questa triste gara.
“Mi spiace, ma Roma è imbattibile”, replica la ragazza. A quel punto scatta una conversazione piuttosto banale, ad alta voce. A un tratto iniziano a parlare di sfogliatelle: scatta subitaneo il mio intervento a sostegno di quelle frolle a scapito delle ricce (sfogliatelle, pastiera e tiramisù sono gli unici dolci che mangio volentieri).
Per farla breve: la signora, velatamente, mi sfida a venire a Napoli a mangiare le sfogliatelle fatte da lei. “Signora, guardi che io la prendo in parola. Io vengo di sicuro!!”. “Venga venga… “ mi fa lei, sicura che nessun estraneo avrebbe davvero dato seguito alla sfida.
A quel punto l'avevo in pugno: le ho chiesto l'indirizzo e siccome tutti avevano sentito, è stata costretta a darmelo. Ho preferito non chiederle anche nome e cognome, perché ormai aveva occhi e orecchie di tutti addosso. “Tanto la rintraccio di sicuro, figuriamoci” mi son anche detto.
La settimana scorsa sono andato a Napoli, per la millesima volta: è una città che non mi annoia mai. Ovviamente parto alla caccia della signora. Non punto alla sfogliatella, ma a dimostrarle che ho mantenuto la promessa e che non bisogna mai sfidarmi. C’è il rischio che io non la trovi, senza preavviso: sticazzi!
La faccenda si fa subito faticosa e pericolosa: sotto un sole cocente, la strada si fa sempre più… ‘popolare’… e io mi sento in pericolo. Tutti mi guardano in modo sospetto, come se fossi il primo ‘straniero’ a frequentare quella strada. Facce un pò da camorra e un pò da teatro di avanspettacolo. Tutti impegnati a… fare nulla.
È già 1 ora che cammino sotto il sole e comincio a pensare che non tornerò mai vivo a Roma. Mi ritroveranno con 12 proiettili nel cranio e non sapranno mai che tutto è partito da… una sfogliatella! Frolla.
Arrivo al civico 68. Il portone immenso sembra nascondere un luogo di peccati, violenza e perdizione. Il citofono ha 16 caselle. “Capece, Terracciano, Napolitano, Giordano…: oddio, quale sarà la casella giusta? Non posso rischiare di essere inghiottito nel nulla, magari dentro una casa di una famiglia di spacciatori e di killer” penso tra me e me.
Scorro i nomi e trovo ‘Avvocati Nomi e Cognomi’.
“OK, citofono a questi azzeccagarbugli e gli spiego perché sono lì e chiedo il loro aiuto per rintracciare la signora”.
Schiaccio il pulsante e… si spalanca lentamente un enorme cancello cigolante (non si sono nemmeno degnati di rispondermi).
Entro e il condominio appare in tutti i suoi… infiniti meandri. Mi giro e… e… e… non c'è nessuno nel cortile ma… ma… ma…mi sento osservato...e...e…e…sono tutti affacciati a guardare… me! Tutti a bocca aperta dietro le loro finestre con le inferriate. Sembra un carcere, ma più elegante. E, soprattutto, sono tantissimi: tutti a guardare me.
Rimango calmo: il mio narcisismo gradisce tutta questa attenzione.
Continuo a girarmi intorno: soprattutto non capisco dove diavolo sono le porte di accesso a ogni scala. Dove cazzo stanno questi avvocati? Da dove si entra?
A un tratto, dietro a un ficus gigantesco intravedo una piccola porta. Sulla porta c'è una maiolica con su scritto “Casa della nonna. Qui è sempre aperto e tutti sono i benvenuti. Specie i nipoti: per loro il pranzo e la cena sono sempre gratis”.
È fatta. Suono al campanello della nonna e…
... to be continued.
INTRATTENIMENTO VARIO
A) Qualcuno ha iniziato a fare un raffronto tra alcune lumache e…Davide Bowie. Ecco alcuni risultati.
Gli altri risultati stanno qui.
B) Nel periodo Edo in Giappone (1603-1868), quando i contadini impoveriti furono allo stremo, decisero di ribellarsi ai loro padroni ricchi, firmando una lista di richieste con tutti i loro nomi in un grande cerchio.
In giapponese, questi sono chiamati 'patti congiunti in stile ombrello' (傘型連判状), perché sembrano un ombrello tradizionale in stile giapponese visto dall'alto.
Perchè tutte queste firme messe in circolo? Primo perché questo formato esprimeva la loro solidarietà e il loro impegno reciproco, come un anello che non può essere spezzato. Ma il vero segreto è questo: il modo ‘usuale’ che i ricchi avevano per sedare le rivolte era torturare e uccidere solo il capo, visto che i ricchi avevano bisogno dei contadini per alimentare la loro ricchezza. Le firme messe in modo così armonico e uguale non consentiva ai padroni di identificare il capo della rivolta!
C) I norvegesi rischiano una multa di 250 sterline se urinano verso la Russia: un nuovo cartello al confine avverte che si tratta di reato!
L'area è molto popolare tra i turisti della parte norvegese, perché possono scorgere la parte russa.
Solo nella mia newsletter potete leggere queste chicche!
D) Lui è N.G. (al centro, in ginocchio), insieme ai quegli sciroccati dei suoi amici che lo hanno accompagnato nella sua ‘avventura’.
Che ha fatto questo genio?
Siccome è patito del Signore degli Anelli, ha deciso di vivere come lui. Si, esatto.Non solo: dopo aver costruito la sua versione della Terra di Mezzo, N.G ha lanciato il famoso 'anello' nel… Vesuvio. Il resto proprio non ce la faccio a raccontarvelo.
E) Attenzione, qui si gioca pesante. Pronti?
Questa è la bocca di un pesce, anche se la dentatura sembra del tutto umana.
È stato identificato come ‘pesce testa di pecora’. Ha diverse file di molari per schiacciare la preda. Ha quel nome perché la sua bocca sembra la bocca di una pecora. Di sicuro ha denti migliori dei miei.
F) Più di 80 culture tradizionali parlano ancora con i fischi per le comunicazioni a lunga distanza.
AMBASCIATOR PORTA PENA: LEGGI e…AGISCI!
Fino a poco fa io sono stato uno smartphone addicted, a livelli osceni. Ora basta. Seguitemi.
Gli smartphone sono responsabili del 20% della nostra impronta ecologica e pesano più dell’1% delle emissioni globali di CO2 (cioè 580 mln di tonnellate di CO2, di cui il 23% dovuto all’uso dello smartphone ed il 77% dai trasporti ad esso collegati).
L’impronta ecologica di ogni smartphone è composta dal 22% dal nostro uso e dalla conenssione e solo per l’1% dall’energia elettrica che richiede.
Usare lo smartphone 1 ora al giorno tutti i giorni produce 63 kili di CO2 in un anno. Se lo usiamo 4 ore (che è la durata media effettiva del ns uso di smartphone) i kili passano a 69.
L’uso dei social è quello che produce più CO2 e TikTok è l’app più energivora.
Qualche consiglio in ordine sparso:
- tienilo il più possibile, riparandolo se necessario. Quando lo dismetti, riciclalo correttamente o attiva i canali dell’economia circolare (vendilo!);
- per la musica, non usare YouTube: il suo player fa schifo e soprattutto i video consumano tanta energia => producono tanta CO2
- il wifi ha un’impronta ecologica più bassa del 3G e 4G: quindi usa il wifi per scaricare oggetti pesanti
- limita gli aggiornamenti automatici solo per le APP essenziali
- gli sms hanno un’impronta ecologica più bassa delle app di chatting (What’s APP etc).
Non vedo l'ora di sapere il finale della vicenda napolitana...bella Napoli
la storia di napoli è incredibile, scrivi presto al continuazione per favore