Le storie accadono di continuo. A tutti. Bisogna solo saperle riconoscere e raccontare. Bisogna anche ricordarsele, ma questo vale solo per quelli come me: ecco perché ho deciso di scrivere oggi una cosa successa domenica scorsa. Tra un pò me ne sarei dimenticato, di sicuro.
Spero sia divertente e rilassante.
Ci pensavo da parecchio, poi,domenica scorsa, l'ho fatto senza nemmeno perdere tempo a deciderlo: sono andato a pulire una delle zone più sporche di Roma, cioè il piazzale antistante la scuola di mia figlia. Per dare forma al nemico, pensate a uno slargo mai pulito dal 1993 e agli effetti del Carnevale. Non volevo pulire tutto, ma solo la zona davanti al cancello d'ingresso. Non ce la facevo più a vedere mia figlia aspettare la campanella in mezzo a cicche, mascherine, mmmerda di cane, tonnellate di coriandoli, lattine vecchie etc.
Ore 11 circa. Ero vestito con jeans, maglietta, maglioncino, tipo borghese di sinistra. Inizio a sgrattare il piazzale e… iniziano anche le storie.
Dopo 5 minuti un signore tutto preciso ed elegante, 70 anni circa, si piazza a guardarmi con le mani dietro la schiena. Sta zitto e fermo. Mi scruta con l'occhio clinico. A un certo punto mi fa:
“Io collaboro”.
“Eh?”faccio io.
“Io collaboro”.
“In che senso?”.
“Io collaboro”.
“OK, ma con chi?”
“Io collaboro!”.
“Mi spiace, non capisco!“.
“Io co-llla-bbbo-ro!”.
Erano passati 5 minuti e io non volevo perdere tempo, per cui decido di troncare sul nascere l’amicizia.
“Ho capito, lei è un COLLABORAZIONISTA! Ora mi lasci lavorare, sennò mia moglie mi mena se faccio tardi!”.
“Auguri! Le mogli fanno male”, fa lui. Guarda in basso e sparisce.
Continuo a sgrattare per 1 ora. Mi spiaceva lasciare un pezzo pulito e tutto il resto lercio, per cui decido di avventurarmi nella sfida tipo “Davide contro Golia”: pulisco tutto e vaffanculo! Sudo di brutto e mi tolgo il maglioncino.
Arriva un altro signore, 60 anni portati male, anche lui con le mani dietro la schiena, collanina d'oro, occhiali da sole e viso torvo. Si avvicina con passo deciso, mi guarda sprezzante e mi fa (in romanesco):
“Mortacci vostra! Era ora che pulivate. Ma quanto cazzo ve ce voleva a pulí 50 metri quadrati?!”.
“Guardi che lei ha capito male!”.
“Male un cazzo. Dite sempre così quando non sapete che risponne!”.
Alzo il rastrello e il raccoglitore, li punto davanti alla sua faccia e gli dico:
“Fenomeno, ma secondo te se ero dell'AMA venivo a pulí de domenica, da solo, co paletta e secchiello e la maglietta trendy????”.
“Vieni come cazzo te pare basta che pulisci bene!”.
E’ il caso di cambiare tattica.
“Nvece de sparà sentenze, perché non mi dai una mano? Sto pulendo così i bambini giocano al pulito!!”.
“Lo vedi che nun c'hai capito un cazzo?! Sò i genitori che sporcano, mica i regazzini! Siete tutti raccomandati!”.
“Che c'entra?”, gli dico.
“C'entra, c’entra! Brutti laziali che non siete altro! Pulisci e non perde tempo!”,dice lui voltandomi le spalle e avviandosi verso la macchina.
“Che fai: giochi coi sentimenti? Mi chiami laziale e te ne vai? Vié qua se hai coraggio, che te faccio vedé na cosa!” (avevo un braccialetto giallorosso da mostrare orgogliosamente).
“Sfaticati e pure froci siete!”. Si gira dicendo “che città de stronzi!” e se ne va.
Dopo mezz’ora arriva un signore con giacca di pelle e sorridente mi fa:
“Ceci. Domani ceci”.
Lo guardo perplesso, alzando entrambe le sopracciglia.
“Ceci, domani vengo qui con i ceci!” ribadisce lo sconosciuto.
“La ringrazio, ma io domani non sto qui e i ceci mi gonfiano! Che diavolo vuole da me? Sto posto è pieno di gente strana, la domenica!”.
Il signore ride fragorosamente.
“Mi scusiiiiiiiii. Pensavo che lei fosse il custode della scuola. A volte puliscono la domenica. Sono il Preside della scuola agraria XXYY e domani vengo qui a piantare i ceci nell’orto di questa scuola. E’ un progetto che facciamo con le scuole elementari.”
Rifletto: casa mia è piena di sacchetti di ceci, tutti fatti da mia figlia. Ora ricollego le parole che mi ha detto nell’ultimo mese e tutto torna: nell’orto scolastico stanno per piantare di tutto, specie i ceci.
“Ah siiiiiii, mia figlia me l’ha detto. Lei fa la quarta elementare qui! Sto dando una pulitina”.
“Congratulazioni. Mi scusi ancora. Arrivederci!”
Continuo a sgrattare e mi accorgo che ho creato 14 montagne di immondizia varia. Guardo le 14 montagne e poi guardo lui (è un fac simile).
Ri-guardo le montagne e ri-guardo lui. A occhio saranno 80 kg di roba, incluse foglie, rami etc. Mi sovviene una domanda: dove metto tutta sta roba? Porca Eva, non c’avevo pensato. Volevo pulire solo pochi metri e ora mi ritrovo con un deposito di immondizia da smaltire. Intravedo un secchio dell'immondizia mezzo pieno: beh, intanto comincio con quello, poi vediamo. Faccio due viaggi, scarico, mi accingo a caricare la terza tranche di immondizia nel raccoglitore quando, all'improvviso…crack!Il raccoglitore si rompe.
“Porcaccia Eva. Mò come faccio? Che ppppalleeeeee!”. Tutto sudato mi sforzo di trovare una soluzione razionale, ma non la trovo. Passo alle soluzioni creative. Comincio a suonare a caso ai citofoni dei condomìni lì davanti, tutti con grandi giardini e con lavori in corso (causa bonus 110%). Riporto alcune conversazioni citofoniche.
Amizzano - Furlina.
“Pronto?”.
“Salve signora, sono Corrado. Sto pulendo la scuola qui davanti. Per caso per caso per caso ha una pala, così raccolgo l'immondizia?”.
“Ma scusi, lei va in giro di domenica a chiedere pale agli sconosciuti?”.
“Signora, mi si è rotto il raccogli-immondizia e ho pensato di chiedere aiuto a qualche buon samaritano” (il buon samaritano fa sempre breccia).
“E chi me lo dice che poi me la ridai la pala? “.
“Signora, sarei il primo caso al mondo di ricettazione di pale”.
“No non mi fido. Lei mi vuole rubare i gioielli! Altro che pala!”.
“Signora, complimenti per la simpatia. Arrivederci”.
“Mavàffanculo”, chiude lei.
Scatos - Cenci
“Salve, sono Corrado…etc etc etc”.
“A Corrà, ma popo de domenica alla mezza devi da rompe li cojoni? Stavo a magnà dú spaghi co ‘e vongole!”.
“Ha ragione, chiedo venia. Ho bisogno d’aiuto”.
“Che è che chiedi?”.
“Nooo, dico, chiedo venia!!!
“Ma non avevi chiesto una pala?”
“Si si, mi serve una pala, chiedo aiuto!”
“Figlio bello, popo a me lo chiedi st’aiuto? Quanno me ricapitano dú spaghi co ‘e vongole?”.
“Buon pranzo e mi scusi ancora”.
Al settimo tentativo…
Pofi - Urso
“Salve, sono Corrado…etc etc etc”
“Una pala? Eccerto che ce l'ho. C'ho pure i sacchi dell'immondizia. Ti porto anche quelli! Aspettami che arrivo!”.
Il mio istinto di sopravvivenza mi avverte che la pala me l'avrebbe fracassata in testa, mi avrebbe poi fatto a pezzi, messo nei sacchi d'immondizia neri spessi così e fatto sparire in qualche luogo ameno sotto il sole di una domenica qualunque.
Ma la mia curiosità prevale (come al solito) e rimango lì. Dopo 5 minuti da lontano compare un cristo alto e grosso, molto più di me (182 cm per 90 kg). Vestito da jogging, tutto arancione catarifrangente e sudato, con entrambe le braccia dietro la schiena. Cammina con le gambe quasi attaccate, a piccoli passi.
Il mio istinto mi dice “è chiaro che sta nascondendo un machete o una scimitarra giapponese tagliente come Kill Bill 3. Scappa deficiente!”. Fa troppo caldo e se faccio uno scatto ci rimango secco. Aspetto che si palesi il mostro in tutta la sua orripilanza, faccio meno fatica.
Ce l’ho davanti. Cazzo quant’è grosso. Suda pure lui, molto più di me. Braccia sempre dietro la schiena. E’ chiaro che aspetta che io dica qualcosa. Il mio istinto mi fa “Corrado, sei un vero cojone. Addio”.
Mi stavo cagando sotto ma faccio la prima mossa: “Ciao, sono Corrado. Sto pulendo il piazzale della scuola qui davanti e mi si è rotto il raccoglitore (gli mostro il manico rotto, tenendolo ben basso, per non spaventare l’energumeno). Ho pensato che con una pala io potessi fare prima e ho iniziato a citofonare a caso per chiedere aiuto! Non sapevo che altro fare. Tutto qui”.
La sua faccia neutra si apre in un sorriso smagliante, tira davanti le braccia da dietro la schiena e mi mostra un attrezzo molto simile a una pala e, subito dopo, un rotolo di sacchi neri condominiali. E mi fa, con una voce soave:
“Ciao. Io mi chiamo Paolo. Quello che stai facendo è LODEVOLE e sono contento di poterti aiutare. Ecco la pala e le buste. Ti aiuto dai, così facciamo prima.”
Prima mando affanculo il mio istinto, nutro il mio narcisismo con la parola “LODEVOLE” e poi gli dico: “ma no, dai. Già mi sembra miracoloso poter contare sul tuo aiuto, non vorrei anche rovinarti il pranzo!”.
“Ma figuratiiiiiiii. Sono appena tornato dallo jogging e mia moglie sta al telefono con la madre: non finirà presto di sicuro!”.
“Anche tu problemi di suocera?”
“Uahuahuahuauauauauau. No no, mi trovo benissimo con mia suocera. E’ un angelo e cucina da Dio”. Mentre mi parla noto che la sua fede è lucidissima…
Paolo dà a me la pala e mentre io uso la pala lui raccoglie l’immondizia con le mani. Con le mani, sì!
“Pà, macchè sei pazzo? Lascia stare, faccio io. Chissà che ci sta lì in mezzo! Non usare le mani” (guardo le sue mani e decido che, a occhio, hanno una superficie di due ettari).
“Non ti preoccupare. Sono già sporco e sudato. Non pensarci proprio!”. Io mi vergogno come un cane.
Mentre è chino a raccogliere mmonnezza con le mani………..gli cascano gli occhiali dentro a una montagna d’immondizia.
“Noooooooooooooooooooo”, penso tra me e me. “Che figura di mmmmmmmerda che sto facendo. Ci manca solo che perde gli occhiali e ti saluto!”.
Paolo, del tutto indifferente all’accaduto, comincia a ravanare nel mucchio (io non ci penso proprio: mi fa troppo schifo) e SUBITO estrae dal mucchio …
…
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prima 20 EURO!!!!…e dopo pochi secondi…. gli occhiali! (i 20 € erano pure un pò accartocciati!!)
Mi fa “Che culo! Andiamoci a mangiare due pastarelle, così facciamo antipasto!”.
“Pà, a me i dolci fanno schifo, ma visto che già ti amo…mi mangio una sfogliatella anch’io!”.
Dopo la pastarelle ci mettiamo a finire, accelerando al massimo. Di buona lena. Sono le 3 circa. Abbiamo accumulato 19 sacchi neri condominiali.
“Minkia, abbiamo finito. Come faccio ora con questi sacchi? Mica posso lasciarli qui. Porca Eva.”
“Riccardo, non ti preoccupare: domani sarei dovuto andare a buttare un pò di cose del trasloco, le caricio io nel VAN e le porto al centro smaltimento!”.
“Madavvero?”
“Sì sì!”
“Pà,non so come ringraziarti. Davvero. Sei sicuro di potere?” (proprio non ce la facevo a impedirgli di aiutarmi ancora).
“Ma figurati, ci metto 5 minuti a caricarli tutti. Più che altro portiamoli dentro al mio giardino, perchè qui non possiamo lasciarli”.
Portiamo TUTTI i sacchi a casa sua. Non so come salutarlo e ringraziarlo come meriterebbe. Vorrei abbracciarlo forte, ma Covid non consente. Vorrei stringergli la mano: idem.
Ci sfioriamo i gomiti (entrambe le braccia) e gli dico “auguro a tutti di incontrare una persona come te!”.
Lui mi guarda e dice: “Ci siamo divertiti! Alla prossima!”.
Secondo me era il figlio del collaborazionista.
DUE COSE VELOCI PER CHIUDERE
Per gli aficionados dell’old normal e dei pub: QUI.
Per gli esteti:
È una di quelle cose che vorrei tanto fare senza nascondermi nei gruppi di retake. È così, va fatto perché l’ama per motivi vari non lo fa e i nostri colleghi umanoidi sono per la maggioranza degli zozzoni o dei Benaltristi. Io non lo faccio per vergogna, perché poi dovrei sottostare al giudizio delle tante persone che non si fanno gli affari loro. Io non dico ringraziare ma almeno fatti i cazxi tuoi e lasciami stare. Bravo ammiro il coraggio. Un po’ meno l’organizzazione, anche se proprio la mancanza di questa ti ha portato a trovare quella bella persona che ti ha raddrizzato la giornata. Adoro
Du martiri... Capisco "aiutare l'AMA", ma secondo voi due è questo il metodo giusto? é proprio una domanda, non un giudizio? Anche davanti casa mia c'è un mare di cicche e non sappiamo come uscirne. so chi fuma, il piazzale è del condominio, ci sono i secchioni a due metri di distanza. No: buttano le cicche per terra. Mio marito un giorno ha preso e ha pulito. Risolto il problema? no. C'è qualcosa di sbagliato... ma non so cosa.
BOH