Non so se vi capita mai: a un certo punto avete la sensazione che state attraversando una cd fase della vostra vita. Un periodo di tempo abbastanza preciso in qui succedono inequivocabilmente un certo tipo di cose, cose che, fino a quel momento, non avevano dato troppo colore alla vostra esistenza.
Quando facevo il pendolare sulla tratta Velletri – Roma ci fu un momento in cui si iniziò a parlare di “rami secchi”, cioè di linee ferroviarie a bassa redditività, dunque sostanzialmente inutili e, in quanto tali, da eliminare.
Bene: io sono nella fase ‘rami secchi’, in cui mi sto rendendo conto che i milioni di cose che faccio sono tutti inutili. Non rendono. Forse sono belli, piacevoli, danno soddisfazioni morali/etiche/etc, ma non rendono, non apportano utilità concrete alla mia anonima esistenza.
Nel caso specifico, sono nella fase in cui i miei continui sforzi di studiare, conoscere e sapere di più sono del tutto vani. Sono nella fase in cui leggere centinaia di informazioni diverse tutti i giorni mi sembra una perdita di tempo. Leggo miliardi di cose ma, alla fine, non riesco a controllare niente.
Cioè, io, intimamente, godo a sapere questa o quell’altra cosa, ma questo non conferisce utilità concreta alla mia vita, che, quindi, rimane sostanzialmente anonima. Non solo: fagocito, inghiotto, digerisco ed espello. Traduzione: NON MI RICORDO UNA CEPPA DI QUELLO CHE LEGGO.
Master a destra e sinistra su questo e quello, abbonamenti diversissimi tra loro per sapere tutto di tutto, le rivolte in Perù, la carta litologica digitale, il formaggio erborinato, il volontario per quei bravi ragazzi, contributore su quel progetto, salvare il pianeta, adottare un orto, piantare foreste, piazzare centraline, scommettere in borsa (perdendo quasi sempre), insegnare scrittura, fare comunicazione scientifica, scrivere questa newsletter etc etc etc etc etc etc etc: tutto bello, ma nessuno me lo ha chiesto e, soprattutto, che cazzo ci faccio? Niente, non ci faccio niente. Sono anni che mi tuffo ovunque: sono e rimango lo stesso anonimo e povero cazzarone. E il mondo mi pare sempre uguale, anzi: ogni giorno peggiore.
Quindi ho iniziato la fase delle dismissioni. Taglio i rami secchi. Ho deciso che non faccio più un cazzo. Mi fermo. Mi limito a campare. Famiglia, lavoro, un libro la sera, il basso elettrico, una pizza al mese, gli amichetti, il cinema, i viaggi e quella palla al piede della ginnastica in casa: tutto qui. Faccio solo queste cose. Mi cascasse il pisello se faccio altro.
E già emergono i vantaggi di questo ‘repulisti’: un bel gruzzoletto di soldi risparmiati ogni mese. Un bel po' di tempo libero da dedicare alla noia. Il cervello un po' più sgombro e libero: non è malaccio questo nuovo status.
Ma non è finita qui.
La fase che sto vivendo si caratterizza anche per…i soffocamenti. Si, i soffocamenti.
Non so che cazzo sta succedendo alla mia trachea, alla mia faringe e al mio esofago, ma da qualche mese, molto spesso, quando mangio rischio di morire. Dico sul serio. Mi si incastra, sempre più spesso, qualcosa nel posto sbagliato e… parte il panico. La cosa davvero brutta è che la mia capacità reattiva è palesemente peggiorata con l’età, per cui ci metto davvero tanto per essere sicuro che sono ancora tra i vivi. Ancora più precisamente: la sensazione che sto per schioppare è sempre più nitida. Mi sembra di non essere più capace nemmeno di tossire e, dall’altro lato, gli occhi mi escono sempre più fuori dalle orbite. Divento viola e gonfio e il battito accelera.
In realtà, dico questo per un altro motivo: vi voglio invitare a conoscere le manovre di disostruzione e anti soffocamento. Si, perché mi sono accorto che nessuno le conosce. Invece potrebbero salvare la vita, magari la vita dei vostri figli! Ieri, ad esempio, ero al ristorante, strapieno di gente: potevo tranquillaente morire nell’indifferenza generale.
Ovviamente, anche grazie alla mia ipocondria, io non solo so come si fa ma so fare anche ben altre cose, grazie ai vari corsi tematici che ho frequentato (pompieri, infermieri, dottori etc) e alle letture che ho scelto. Per dirla proprio tutta, una delle cose che mi avvicina tantissimo alla morte, mentre sto soffocando, è la rabbia per l’atteggiamento della Signora, la quale, mentre sono vicino al collasso, impossibilitato a fare qualunque cosa diversa da evitare l’ultima esalazione, mi chiede, con un leggero ghigno, “Tutto bene? Ci sei?”. Ecco, sappiate che se uno sta soffocando non può rispondere a NESSUNA DOMANDA e che ha, in mente, solo 1 cosa: salvarsi, possibilmente con l’aiuto concreto di qualcuno. Quindi alzate il culo e imparate le manovre di disostruzione, porca troia.
Ottimo proposito. E poi mi sembra che quello che è rimasto (lavoro, famiglia, basso, ginnastica, letture) non sia poco!! 😊❤️
finalmente ce l'ho fatta a leggere! Io ho iniziato a fare piccole meditazioni, tutti i giorni. é una cosa piccola, che non diventa peso, e mi alleggerisce. 🎯