Giorni fa mi chiama il Priorità e mi invita a una gita di 1 giorno in un posto a me sconosciuto. Non avevo bisogno di altro: la coppia ‘amico - destinazione ignota’ fa sempre breccia in me. L'unica cosa è che la destinazione è in Molise, regione che mi sta parecchio sui cojoni (tralascio i dettagli): pazienza, per un giorno posso sopportare lo sforzo.
Per non fare una figuraccia mi presento all'appuntamento mezz'ora prima. Risultato: salgo sul bus in stato di semi-ibernazione.
Non conosco praticamente nessuno. O, meglio, conosco quasi tutti, ma non li frequento da un pò. Si perché si tratta di segnini e, bene o male, nessuno mi è totalmente estraneo, visto che sono cresciuto lí (sino alla seconda media).
Dal momento in cui salgo sul bus inizia un amabile inferno. Si perché il gruppo vacanze, che possiamo chiamare USSOLOTTO TRAVEL (UT), non smette un secondo di fare baldoria, casino e cagnara. Dalle 7.30 di mattina, per 12 ore consecutive, un casino incessante di allegria e amicizia. Io ho sofferto tanto, specie all'inizio: mediamente fino alle 11 sono preda di incazzatura da DNA e se qualcuno mi si avvicina… mordo.
Invece la UT non smette di chiacchierare, perculare, cantare etc. I pensieri più violenti li ho fatti contro chi ha monopolizzato il microfono, usandolo accanto all'autista e al massimo volume: quel microfono lo avrei volentieri sradicato dal bus o messo in qualche altro posto ameno…non so se mi spiego.
Ma la mia incazzatura congenita, stranamente, è durata poco: si perché l'allegria permanente di questo gruppo è tale che resusciterebbe anche un cadavere. All'improvviso, quindi, mi sono auto-ritrovato ad ascoltare un sacco di storie serie, racconti semi fantastici e cazzate di varia umanità. Ovviamente tra le chiacchiere spunta più di qualche perla, come ad esempio la presenza di un gruppo vacanze concorrente, di cui non si tessono troppe lodi: io, ovviamente, sono diventato ussolottiano a vita e, di conseguenza, mi associo ai giudizi non entusiastici che ho ascoltato, anche se nemmeno so chi siano questi concorrenti di paese.
Arriviamo a destinazione e, manco a dirlo, attacca a piovere. Non smetterà più e sarà sempre peggio.
Non faccio in tempo a dare uno sguardo dentro la basilica che… mi chiama la Signora. La telefonata diventa subito impegnativa, io entro in trance e mi metto a vagare lungo un cammino alberato, sotto la pioggia. Perdo la cognizione del tempo e dello spazio. Nessuno mi trova più e non c'è linea internet. Mentre parlo con la Signora, con un tono a dir poco acceso, mi viene da imprecare tutti gli Dei dell'Olimpo: quant'é difficile convivere!
Ma proprio mentre sto smadonnando mi giro e…
... trovo loro. A momenti mi viene un infarto!
Il messaggio divino è chiaro e io decido che forse è il caso di smetterla e di tornare alla base, sempre se non se ne sono già andati.
Si riparte e inizia un'avventura nebbiosa. Si perché la nebbia non fa vedere una ceppa e, anche se ci fosse visibilità, nessuno dei paeselli che attraversiamo ha 1 solo abitante.
Non solo: il ns normalissimo bus è troppo grande per le strade di quelle lande e rimaniamo incastrati in una curva, facendo avanti e indietro, ogni volta di mezzo millimetro, per riuscire a passare. Nota a margine: ai lati della strada c'è uno strapiombo con accesso diretto all'inferno.
Morale della favola: dobbiamo tornare a marcia indietro, fino a parcheggiare davanti a un municipio, in cui scopro che sindaco, segretario generale, centralinista e assessore alla cultura sono sempre la stessa persona.
Dopo mille peripezie arriviamo al ristorante. Ore 12.30 circa.
Il proprietario ci guarda come se fossimo marziani, ma giusto due secondi e viene travolto da un'ondata di simpatia che non scorderà mai più.
30 persone si siedono a tavola e la caciara fatta dalle 7.30 AM diventa una baraonda indescrivibile, fatta con toni di voce altissimi, non solo per la consistenza del gruppo ma anche per la tv, malauguratamente accesa su un incontro di rugby (noi segnini siamo tutti rugbisti).
Risate fragorose volano in continuazione tra pietanze eccellenti e abbondanti, fino allo sfinimento. Io mangio piano perché punto a non sprecare niente, ma alle 14.00 già non ce la faccio più. Loro, tutti e 29, continuano a mangiare e cazzeggiare. Mangiare e scherzare. Mangiare e perculare. Alle 18 siamo ancora a tavola e io, di sicuro, sono svenuto da un pezzo.
Ah no: siccome non mi piace usare i bagni pubblici, a un certo punto mi alzo e vado fuori a fare la pipí. Piove fortissimo, io cerco un posto isolato. A un certo punto trovo un boschetto, tiro fuori l'arnese e…
...un cazzo di cane - che giuro non c'era prima - mi minaccia abbaiando e gridando. Proprio sotto al mio polpaccio. Altro infarto.
Essere vissuto a Segni per 12 anni mi è servito anche a saper mandare affanculo i cani molesti. Dunque, mi libero del cane (tralascio i dettagli), completo l’operazione liquidi e, zuppo fracico, torno a tavola. Manco a dirlo stanno ancora tutti lí, al massimo dei giri.
Alle 18 circa spuntano fuori amari locali di vario tipo. Provo quello all'alloro e a momenti devo chiamare i pompieri. Una vampata d'inferno stravolge papille gustative, ugola, velopendulo, esofago, stomaco e intestino. Bevo amari da 50 anni, ma questo va vietato per legge.
Sono le 18. Io sono uno zombie a tutti gli effetti. Non ce la faccio più. Voglio tornare a casa e vado a sradicare il Priorità dalle chiacchiere istituzionali che stava intrecciando con il ristoratore (ormai amico nostro a tutti gli effetti).
Un pensiero positivo mi pervade: è impossibile che, appena entrati nel bus, non crollino tutti come pere cotte. Impossibile! Mi farò una delle più grandi penniche della storia.
Col cazzo! Appena ripartiti quel fottuto microfono viene riacceso e come se non bastasse viene puntato su una radio che canta Venditti etc etc.
Mi guardo in giro per capire se c'è un posto tranquillo per suicidarmi. Non c'è e, come succede spesso, salgo anche io sulla barca che va e canto a squarciagola per due ore.
Arrivato a destinazione saluto tutti con grande, sincero affetto. Poi vado dal Priorità e gli chiedo “ma dove cazzo la prendete tutta st'energia? So 12h che fate caciara!! Beati voi!! Che invidia!! “
Lui: “ehhh Pummidò, bisogna vivere!!! “.
Beh, quel giorno ho vissuto pure io.
Grazie a tutti e W Segni.
ahahah troppo forte, però lo trovo normale, ho parecchi amici segnini e quindi conosco la loro resistenza, quando c'è da fare baldoria, partono e non si fermano più.
Che hai contro il Molise? E' bellissima e ancora poco conosciuta per fortuna. Hai mai bevuto il Tintillia? E' un rosso autoctono, un vitigno che stava sparendo e che è stavo salvato in tempo. E' un vino da godimento.